martedì 31 agosto 2010

NEL BOSCO INCANTATO....

Il Candor Vibra nel Cor, E’ nel petto giusto al centro, 
 brividando lieve e fulgido,  Noi l'Essere da Dentro. 

D’altro Mondo ladro d'Alme planerà sugli Innocenti,
col Cavallo dei Troiani,  prederà i fessi e i contenti!

Succhierà Candore Umano, e la Scorza scarterà,
sotto un Sole assai cocente, suo torace riempierà. 

Guerra e la desolazione ciberà l’Homo Sapiente,
è il Beffardo ingannatore, che prigiona l’incosciente.

Apparisce suoi Angioletti, Mutaforma la Visione,
ma Patteggia già il Bottino, col Lucifero Bestione.

Al macello guideranno poi felice e ignaro Gregge:
benché Satana non scacci, è descritto nella Legge.

Per Chi amasse di Vibrare,  all’avulso Antagonista,
è Pregata di virare, da una Retta a miglior pista.

Altrimenti le Ingannate,  potenziato l’Infamante,
anche loro buscheranno da Coscienza  giustiziante! 

Soffiovibrante




C’era una volta una piccolissima Umana: Animè, che decise di entrare nel bosco oscuro ed incantato, che da millenni giaceva senza Vita
Benché la sua adorata famigliola, e tutti gli amici, raccomandavano, di giammai! oltrepassare quella soglia, lei sentiva dentro di sé tale desiderio.
Quel dannatissimo bosco era abitato da chissà quali mostruose creature: da sempre in agguato nell’attesa di mietere vittime, come ragni ben celati dietro tessuta trama.
Nel paesino di Finlaggiù, niuno osava più cimentarsi in un’impresa del genere, poiché anche gli impavidi ahimé, non ne avevano fatto più ritorno.
Ma veniamo a Noi, tutta da sola Animè, prese il coraggio a quattro mani, chiuse per un attimo, i suoi dolcissimi occhi all’insù, e si inoltrò.
Prima però, sollevò lo splendido Vestitino, altrimenti si sarebbe sicuramente macchiato in tutta quella melma umidiccia e maleodorante, e finalmente in men che non si dica si ritrovò in quel luogo dannato e maledetto.
L'accolsero dei rapaci, che la predarono come di felini avidi di carne.
Provenienti da ogni dove, affinché annegasse in cotal melmosa sozzura, simile a sabbie mobili di fetida diarrea. Ma Animè tenne duro, e non si lasciò prendere al laccio.
Ed allora si tranquillizzò adagiandosi su di un giaciglio morbido di foglie secche e morenti .
Sognò, si, sognò di un’Ombra nera altissima, ma sì fosca, simil alla fuliggine dei camini.
"Vieni bella , non aver paura di me,, esaudirò ogni tuo desiderio del tuo breve viaggio, sono io quello che tu stai cercando, io voglio soltanto il tuo bene, promettimi fedeltà assoluta, e raggiungerai il tuo successo. Uscirai illesa dal bosco maledetto ed avrai salva la tua vita, ma in cambio mi regali il tuo nasino? Nasino iniziò a starnutire, forte, forte, fortissimo, ma tanto fortissimo che le foglie intorno si sollevarono nell’aria per chilometri e chilometri..
Quello, proprio quello, era il segnale …..e non prometteva nulla di buono!
Allora si ridestò di scatto e corse via da quel luogo tenebroso. Intravide di lontano un orribile creatura: un macabro dragone altissimo, con milioni di teste, dalle cui voraci fauci eruttava luce argentea.
Ma il buio era avviluppante, e per il gran gelo tremava e batteva i denti.
Che il panico!
Ma toccava per un attimo fermarsi per capire come uscirne fuori, e non era facile, per niente.
Ritornò quindi indietro sui suoi passi e corse, corse tantissimo fino ad intravedere l’uscita.
Ecco ce l’aveva quasi fatta, altri pochi passi ed avrebbe raggiunto la salvezza, ed il suo cuoricino andava oramai a 1000, ancora un pochettino, era quasi fuori, l’ultimo passettino…, quando una tempesta bastarda infuriò improvvisa, scatenando tuoni, fulmini e saette : esanime cadde, rovinosamente e per sempre, in quella terribile foresta fetida e senza Luce.
E quindi come tutti gli Umani alfine morì.
Certo, e gli abitanti di Finlaggiù ebbero la conferma, che era male inoltrasi in quel bosco, e vi apposero il cartello: "Pericolo di Morte!"
Ma il loro giudizio era basato sull’effimero, non trovi?.
E Animè?
Ritornò subitissimo nel bosco pestifero, col suo Vestitino tutto nuovo, combattiva come non mai!
E grazie alla Conoscenza acquisita con L'Esperienza precedente, le bastò un Soffio, un solo Soffio, che le sue molteplici Esistenze passate e future rifiorirono tutte, in un solo Istante.
Meravigliosi codesti racconti quando finiscono bene!
Nevvero?
Allora ti racconto anche quella di Guaionero.
C’era una volta e per sempre Guaionero, che vedeva sempre tutto nero-fumè.
A tal motivo passava guai a iosa, ma non gli riusciva di venirne a capo!
Avviluppato dal Nulla, non vedeva che ad un palmo del suo nasino!
Finchè un dì, completamente cieco, solo ed avvinto, impazzì e non Sognò più…
Ancora….?
C’era una volta e per sempre un bellissimo bambino che nacque e venne accolto con gioia dai suoi splendidi genitori. Ma Visse pochissimo…
Va bene, va bene, ho compreso.
Cosa?
Che toccherà morire di molte morti,
prima che il Vento Soffi.

Soffiovibrante



“Venite sull’orlo del dirupo.
Potremmo precipitare.
Venite sull’orlo del dirupo.
E’ troppo alto....
VENITE SULL’ORLO DEL DIRUPO!
E loro vennero.
E il Vento li sospinse.
E Insieme Volarono!”

Da “Matrix Divina” di G.Braden